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- di Lucia Cuozzo
La conciliazione stragiudiziale è senza dubbio il metodo più utilizzato - o meglio, più idoneo alla risoluzione di controversie insorte in occasione di servizi offerti dalle agenzie di viaggio o in ogni caso di servizi legati al turismo.
Tra l'agenzia organizzatrice del soggiorno e il cliente, oltre che un normale contratto di servizi turistici, si instaura anche un certo rapporto fiduciario, data la natura dell'oggetto del consumo. Il cliente, infatti, per quanto sempre più consapevole e avvezzo all'utilizzo di strumenti multimediali fonti d'informazione costante, non arriva ad avere tutte le competenze necessarie al soddisfacimento dei suoi desideri di viaggio, e deve per forza affidarsi al consiglio e ai suggerimenti di un agente, che per norma ed etica dovrà scegliere il servizio che meglio si ispira alle aspettative del cliente.
Non è sempre vero, però, che tali aspettative di sistemazione, organizzazione, strutture, trasporto, luoghi e tariffe, risultino perfettamente conformi alle aspettative dei viaggiatori. Per questo motivo, e soprattutto per la coscienza consumeristica divenuta sempre più forte negli ultimi anni, sono notevolmente aumentati i casi di contenzioso per il risarcimento del cosidetto "danno da vacanza rovinata" (art. 92 comma 2 del D.Lgs 206/2005).
La soluzione bonaria della controversia è un evidente aiuto sia per le agenzie di viaggio che per i clienti, poiché ottimizza i tempi di risoluzione ed automaticamente taglia l'attesa di un eventuale soddisfazione o compensazione dei danni subiti.
La proposta inoltrata dalla Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo) insieme con la Camera di Commercio di Roma percorre la strada che predilige la risoluzione bonaria dei contenziosi in ambito turistico, fissando un tetto massimo di 2500 Euro al valore delle domande conciliabili.