“L’adempimento” è l’azione attraverso la quale si esegue l’obbligazione che un debitore ha nei confronti del suo creditore.
Una volta pagato il debito, sussiste l’estinzione dell’obbligazione, e dunque la liberazione del debitore.
L’esecuzione della prestazione, sempre secondo la legge, deve essere compiuta dal debitore secondo i buoni principi di colui che amministra una famiglia; tenendo a mente, cioè, di gestire la questione con la premura dedicata ai suoi propri affari.
La prestazione, inoltre, deve essere eseguita interamente: ogni creditore può rifiutarsi di accettare un adempimento parziale.
I tempi di esecuzione della prestazione sono sanciti secondo le richieste del creditore, oppure viene fissato un termine che il debitore deve rispettare.
La prestazione può essere eventualmente adempiuta anche da un terzo, anche se non concordato con il creditore, ammenoché non si tratti di obbligazione non fungibile.
La prestazione eseguita deve essere esattamente rispondente a quella dovuta, altrimenti il creditore può rifiutarsi di accettarla: nel caso in cui questa venga accettata dal creditore, si incorre nella cosidetta datio in solutum.
Le obbligazioni più frequenti sono quelle che prevedono il pagamento di somme di denaro: in questo caso, l’esecuzione avviene in moneta corrente e dell’esatto importo indicato, indipendentemente dal valore della valuta e dall’eventuale scarto che può esserci tra il valore valuta al momento della stipula dell’obbligazione e tra lo stesso al momento del pagamento (a meno ché non siano stabilite clausole che tutelino il creditore dal rischio di svalutazione della moneta).
Gli interessi sono somme di denaro in percentuali prestabilite dalla legge o dal contratto, che iniziano a maturare quando il debitore ritarda il pagamento.
Un debitore inadempiente è colui che non si fa carico di eseguire la prestazione dovuta nei termini dettati dalla legge e dal contratto stipulato col suo creditore.
Qualora l’inadempienza fosse dovuta a cause non imputabili al debitore, e se il debitore fosse capace si provare l’impossibilità dell’esecuzione, potrebbe ottenere la liberazione dall’obbligazione.
Come abbiamo visto, il debitore è messo in mora se non esegue la prestazione esattamente come dovuta.
La mora del debitore ha come effetto:
- L’aggravarsi del rischio del debitore,
- L’obbligo di risarcimento per danni eventualmente causati al creditore a seguito della mancata esecuzione dell’obbligazione nei termini prestabiliti.

E’ obbligo del creditore, comunque, donare le condizioni perché l’obbligazione possa essere eseguita, pena la messa in mora del creditore stesso.

Vi possono essere alcuni casi in cui l’obbligazione risulta estinta per cause diverse dall’adempimento della stessa.
Tali cause sono di tipo:
Satisfattivo
- Se il creditore accetta una prestazione differente da quella prestabilita (datio in solum)
- Per compensazione: quando cioè le due parti sono obbligate l’una verso l’altra,
- Per confusione: quando sussistono casi in cui l’attributo di creditore e debitore risulta applicabile alla stessa persona – ad esempio quando il debitore è l’erede del creditore,

Non satisfattivo
Nelle cause non satisfattive il creditore è appunto – non soddisfatto. Ciò avviene:
- quando l’obbligazione si estingue per volontà delle parti, poiché si istituisce una nuova obbligazione.
- Quando l’oggetto dell’obbligazione viene sostituito (es. un debito pecuniario che venga sostituito con la cessione di un immobile)

Infine, esiste l’ipotesi di remissione da parte del creditore, che può rinunciare volontariamente alla riscossione dell’obbligazione.