Un nuovo accordo bancario, denominato Basilea 3, è stato sancito dal comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria. Lo scopo dell’accordo è quello di rafforzare il patrimonio delle banche per evitare il rischio di crisi globali. Tale rafforzamento viene effettuato secondo due metodi: una richiesta di ricomposizione dei requisiti patrimoniali verso strumenti qualitativamente più elevati, e un consequenziale potenziamento del Common Equity, che è composto da capitale più riserve.

Il requisito minimo attuale per il patrimonio rimane invariato all’8% in rapporto alle attività considerate per il rischio, ma la cifra stanziata dalle banche è cambiata: si è passati dal 2% di stanziamento per il Common Equity  al 4,5%.

Un’altra richiesta che è stata avanzata durante gli accordi di Basilea 3 è che le banche mantengano un cuscinetto di capitale aggiuntivo sopra i minimi, pari al 2,5%. Il comunicato spiega che questo cuscinetto potrebbe subire ulteriori aumenti in conseguenza del surriscaldamento del credito.

La nuova regolamentazione per le banche implica dunque misure più severe, anche se graduali, ma lo scopo è quello di permettere alle banche di continuare ad assicurare flussi di credito all’economia.

La gradualità nell’applicazione di queste procedure è un requisito fondamentale, legato ad alcuni meccanismi fondamentali: innanzitutto, il “cuscinetto” di capitale aggiuntivo sarà integrato in maniera progressiva, come progressivamente saranno integrate le nuove regole sulle deduzioni del patrimonio di vigilanza. In ultimo, gli strumenti di capitale ammessi attualmente saranno gradualmente messi da parte, mentre gli strumenti ammessi dai governi potranno rimanere integralmente per un lungo periodo.

I nuovi requisiti determinati dal Basilea 3, dunque, entreranno pienamente a regime soltanto nel 2020, termine entro il quale le banche potranno operare tutti gli aggiustamenti del caso.